Cosa ci insegnano gli animali
Cosa ci insegnano gli animali? Tante cose certamente. E se volete un libro serio e anche divertente sul tema, Konrad Lorenz è l’uomo che cercate. Non andatevene però senza leggere quello che il modesto autore di questo articolo ha da dire. Sarebbe quantomeno uno sgarbo. C’è una cosa che gli animali tutti, soprattutto quelli con cui viviamo, possono insegnare a chi sia volonteroso di apprendere. Cosa? La comprensione emotiva dell’altro. Come? Vediamo.
I gesti e il senso
Qualcuno afferra un oggetto, poniamo un bicchiere. Esistono tanti modi per farlo. Si può brandirlo con l’intenzione di lanciarlo a qualcuno, afferrarlo con la stessa identica decisione ma per salvarlo dal pavimento. Si può coglierlo, come si coglierebbe in fiore, per prodursi in una ammiccante parabola gestuale diretta alla commensale di fronte. A volte i gesti riescono meglio, altre peggio, altre è meglio lasciar perdere. A volte il contesto è determinante per capire. A volte è anche inequivocabile. Altre volte occorre una sensibilità più fine.
Non si può non comunicare
Bisogna infatti essere bravi a intendere le più piccole sfumature per capire, magari dal modo in cui la ragazza di fronte strofina il gambo del bicchiere, se le attenzioni del suo narciso le sono gradite o meno. I nostri più piccoli movimenti, infatti, significano qualcosa. Perfino il nostro star fermi non può non esprimere qualcosa. Anzi, di più: la nostra stessa assenza, magari a una cena di classe. “Non si può non comunicare” dicevano Watzlawick e compagni. E dicevano bene. Ed è altrettanto vero che è soprattutto col corpo che comunichiamo. La maggior parte di ciò che esprimiamo lo esprimiamo col corpo. Non con le parole.
Che cosa ci insegnano gli animali
Già… Proprio come gli animali. Da questo punto di vista, che ormai è un assioma indiscusso della teoria moderna del linguaggio, la differenza tra gli animali parlanti e quelli che invece non parlano è davvero minima. Il nostro più importante strumento di comunicazione è il corpo. Il nostro corpo animale.
Il fatto è che non siamo più abituati a questo tipo di comunicazione. E così alla fine non sappiamo ascoltare fino in fondo né in noi né tantomeno gli altri. Perché non siamo più dei madrelingua del linguaggio corporeo. Per questo, se vogliamo riscoprire un ascolto profondo dell’altro, dell’amico, dell’amato e dell’amata, della natura tutta, il consiglio è di frequentare qualche vero madrelingua di questa mathesis universalis… qualche animale insomma…
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