Filosofia vegana e filosofia animalista
Esiste una un pensiero specifico legato al veganesimo che non sia riducibile alla filosofia animalista? Detto in altre parole: filosofia vegana e filosofia animalista sono la stessa cosa o sono distinte? E come andrebbero distinte? In questo articolo affrontiamo sinteticamente questo problema. Un problema filosofico ovviamente…
Unità di filosofia vegana e filosofia animalista
La maggioranza di chi abbraccia una dieta vegana lo fa per una ragione animalista. Per quanto i benefici in termini di salute o ambientali abbiano un ruolo nella scelta, la dieta vegana si definisce come una dieta restrittiva che vieta l’assunzione di cibi che comportano lo sfruttamento o la sofferenza degli animali. Per molte ragioni, in primo luogo storiche, questa è la definizione più coerente. E a rigore non sarebbe da considerare “vegano” qualcuno che, per esempio per motivi di salute (patologici o solo dietetici), non mangi derivati animali.
Differenze
La scelta vegana è comunque, senza dubbio, legata alla dieta. Ma a uno sguardo più attento essa è, più in generale, connessa al consumo. Questa precisazione, tutt’altro che innocua, incontra un’importante differenza. Laddove una filosofia animalista potrebbe prevedere,per esempio, una rivoluzione armata e una sorta di dittatura del “proletariato” dove al posto dei proletari stiano gli animalisti, la filosofia vegana ha in mente un progetto diverso incardinato, per usare termini marxisti, nel modo di produzione capitalistico.
Quale progetto?
In un certo senso la filosofia vegana è una filosofia antirivoluzionaria, che accetta il capitalismo come suo ambito specifico di azione e anzi lo abbraccia come una possibilità feconda. La società del consumo libero infatti rende il mercato uno specchio fedele delle richieste dell’opinione pubblica globale. Se si vende tanta carne, in altre parole, è perché l’opinione pubblica non vede il consumo di carne come un problema e continua a richiedere la presenza della carne sui banchi dei supermercati.
La filosofia e il web: un dialogo globale.
È a questo punto che diventa importante la formazione dell’opinione. La saggezza implicita del veganesimo non si illude di poter cambiare la società dal giorno alla notte. Non che non lo vorrebbe ma, come ogni buon pensiero progettuale, sa che ogni cosa ha il suo tempo. E che, grazie anche alla possibilità di una comunicazione planetaria e diretta, oggi è possibile e necessario cercare di aprire un dialogo globale che convinca delle ragioni della scelta vegana, cambiando radicalmente il mercato e la politica ad esso legata. È qui che diventa importante una filosofia vegana. Perché è la filosofia l’arte del ragionare e del convincere.
Consumo consapevole
Perché tutto ciò che compriamo e consumiamo ha una conseguenza diretta su quello che si chiama, con alone di inafferrabilità e mistero, il “sistema”. L’idea della filosofia vegana è che a questo alone di mistero vada dato un colpo di mano. Perché con la storia del sistema si è solo alimentata la più totale indifferenza. Il sistema se lo mangia a colazione il giovane che vuole “fottere il sistema” e che in realtà se ne fotte del sistema. Per cambiare il “sistema” bisogna precisamente fare delle mosse che abbiano senso in quel sistema. Proprio come per vincere una partita a scacchi bisogna muovere le pedine secondo le regole di quel gioco; e non, per esempio, buttare all’aria il tavolo.
Cambiare la società
Il sistema a conti fatti non esiste. O, che è lo stesso, esistono tanti sistemi su cui operare singolarmente e assieme. L’amico di fronte a noi, con la sua struttura psicologica, è un sistema. La sua squadra di calcetto è un sistema. La mia Band è un sistema. Il pranzo in famiglia è un sistema. E poi, certo, c’è anche la politica. Che però oggi è in quella paradossale situazione per cui è contemporaneamente nostra (è democrazia) e insieme ci sfugge da tutte le parti (è tecnocrazia). Così, nel rovesciamento gerarchico di politica ed economia, accade spesso che sia l’ultima a governare la prima, e che di conseguenza ci troviamo a essere più consumatori che cittadini. Con tutta la frustrazione che ne consegue.
Filosofia Vegana
D’altra parte, lo si sarà capito, è proprio questo il quid della filosofia vegana. La convinzione che le strette vie del consumo vadano percorse a fondo e con consapevolezza, perché arrivano con certezza al cuore della città. Alla piazza dove, grazie all’incontro, saremo finalmente di nuovo cittadini. Al luogo in cui la politica può tornare, pur coi suoi limiti, una democrazia. Al luogo in cui, ormai sono anni, il primo filosofo ha cominciato a chiedere quello che anche noi filosofi vegani continuiamo a domandare al malcapitato che cade sotto le nostre ire: “cerca dunque di dimostrarmi con chiarezza che tutti gli dei, senza alcun dubbio, ritengono che questa azione sia giusta!”
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