Storia dell’arancia

È segno di scarsa educazione storica pretendere di trovare un luogo e un tempo precisi che diano i natali a determinato evento, alimento o tradizione. Anche nel raccontare la storia dell’arancia è forse più saggio fare come i gamberi: partire da ciò che si sa già e tentare di tornare indietro cercando di seguire i fili che inevitabilmente si moltiplicano; fino a dove si riesce a cogliere la trama.

L'arancia in Europa

Gli Arabi

La tradizione europea della coltivazione dell’arancia è legata al Mezzogiorno italiano e al sud della Spagna, due regioni unite da un comune destino, un fatto epocale della storia medievale: l’invasione araba. A introdurre il frutto in queste regioni sono infatti i seguaci di Maometto che, nel VII-IX secolo, si insediano in quelle zone minacciando con le armi l’Europa cristiana. Ma le arance introdotte a quel tempo non sono le perle di dolcezza che beviamo a colazione nelle spremute. Le arance introdotte dagli arabi sono arance amare. Utilizzate come piante ornamentali danno vita a splendidi giardini colorati ma niente di più. Nessuno in Europa pensa di nutrirsene con piacere.

Da dove viene allora l’arancia? In effetti la conoscono già i romani del I secolo. Ma è altrettanto certo che la sua coltivazione non riscuote molto successo e la pianta viene presto dimenticata. La sua introduzione nella cultura gastronomica è quindi molto tarda e risale all’epoca delle grandi scoperte geografiche. Solo allora il frutto ottiene il meritato riconoscimento.

La corona portoghese

Verso la fine del XV secolo la corona portoghese, stanca di pagare i dazi di veneziani e turchi, finanzia una serie di viaggi che culminano nell’impresa dell’esploratore Vasco da Gama. L’ammiraglio, dopo aver circumnavigato l’Africa, approda nel 1498 a Calicut, sulla costa occidentale dell’India. Non si tratta di un evento qualsiasi perché quell’attracco apre una nuova via per l’oriente, la rotta delle spezie, che segna il declino delle vecchie vie di terra e della potenza veneziana. Non solo. Arriva finalmente in Europa l’arancia dolce. E i portoghesi, per questa rotta, la portano all’attenzione non solo degli europei ma degli stessi arabi. Che le danno persino un nome nuovo, un nome in cui è evidente il riferimento ai suoi nuovi importatori: “burtuqal”.

Il nome dell’arancia

Non più insomma il persiano “narang”, da cui derivano l’italiano “arancia” e lo spagnolo “naranja”, ma una radice diversa, che lascia traccia nel greco “portokali” e in diversi dialetti italiani. L’arancia è il frutto importato dai portoghesi.
Il suo nome europeo ne nasconde dunque il segreto. Ma d’altronde, accanto alla dolcezza del frutto portoghese, accanto al gusto dolce della vittoria sta l’amara sconfitta di Venezia. Per questo i veneti continuano a chiamarla rigorosamente “naranza”. E dedicano a essa un pezzo del mercato di Rialto: la naranzeria. Altro che bortuqal! Quel colpo basso dei portoghesi i Dogi non l’hanno mai digerito.

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