Abbattimento dei lupi: il piano del governo

È dell’ultima ora il via libera governativo al piano di abbattimento dei lupi.

I lupi sono stati specie protetta per quasi 50 anni. Oggi, a seguito delle reiterate proteste degli allevatori, la Conferenza Stato-Regioni si è mossa. La soluzione è stata individuata in un piano che prevede un abbattimento dei lupi controllato. In sostanza potranno essere uccisi
fino al 5% degli esemplari presenti sul territorio nazionale.

Abbattimento dei lupi SOS lupo

Attenti al lupo: l’abbattimento dei lupi italiani

Il Ministero dell’Ambiente vede nel Piano Lupo l’unica misura atta a prevenire il bracconaggio senza minacciare la sopravvivenza della specie. Questo piano prevede, più in dettaglio, 22 diverse misure: dai recinti elettrici fini ai rimborsi agli allevatori colpiti dai lupi. Ma ció che fa più discutere è proprio l’abbattimento dei lupi.

Il Ministro Galletti ha spiegato che “Nessuno vuole ammazzare i lupi. Vogliamo una normativa che permetta di conservare la biodiversità e che permetta la convivenza fra i lupi e gli agricoltori. Il problema del lupo è ormai evidente. Mi rifiuto di affrontarlo solo con la pancia, voglio affrontarlo in un modo scientifico. È un tema scottante. In certe zone la presenza del lupo è diventata un rischio per le attività agricole. Ci sono attività che chiudono per la presenza dei lupi”.

Secondo Galletti, infatti, la percentuale del 5% di abbattimento dei lupi “non mette a rischio la presenza del lupo in Italia. Se non facciamo questo, il bracconaggio diventerà lo strumento di tutela degli agricoltori. E allora davvero la sopravvivenza del lupo sarà a rischio”.

Non è un paese per lupi: la protesta delle associazioni animaliste

Ma l’urlo di protesta delle associazioni animaliste si è fatto subito sentire. L’abbattimento dei lupi va contro l’etica e i diritti degli animali.

In una nota congiunta, LNDC, Enpa, Lac, Lav, Legambiente e Lipu spiegano che “Il nuovo piano, proprio perché concepito allo scopo di migliorare la convivenza tra gli interessi umani e le popolazioni di lupo, non può prevedere il consueto, inefficace, antiquato ricorso al metodo venatorio, ancor di più perché eticamente inaccettabile”.

Il decalogo per non approvare l’abbattimento dei lupi

Lungi, però, dal rimanere una protesta fine a se stessa le associazioni animaliste si sono fatte avanti. Come spiegato dal WWF “gli studi dimostrano che le tecniche di prevenzione dei danni (recinzioni elettrificate e cani da guardia), unite ad una corretta attività di informazione, si sono dimostrate la soluzione più efficace per garantire la convivenza della zootecnia con la presenza del lupo”.

Le ragioni per non approvare L’ abbattimento dei lupi sono queste:

  1. non esistono dati precisi e attendibili sulla popolazione di lupi in Italia;
  2. lo stato di tutela del lupo potrebbe essere pericolosamente compromesso;
  3. non sono possibili abbattimenti realmente selettivi e gli effetti sono sempre imprevedibili;
  4. non diminuirebbe i comportamenti predatori ma potrebbe accentuarli;
  5. non avrebbe effetti positivi sulle tensioni sociali e, anzi, potrebbe comportare una maggiore tolleranza verso atti di bracconaggio e di “giustizia” privata;
  6. ogni attività di selezione e abbattimento porta a destrutturare i branchi con il risultato contrario a quello sperato: i lupi si disperdono sul territorio e aumentano la pressione sugli animali domestici;
  7. i lupi sono ancora vulnerabili e con dinamiche di colonizzazione in atto sulla zona delle alpi;
  8. piani di prevenzione dei danni da predatori non sono stati finora né predisposti nè implementati in molte Regioni;
  9. i danni dovuti ai lupi sonoun problema serio per gli allevatori, ma non sono tra i principali problemi della zootecnia italiana;
  10. sondaggi e raccolte firme evidenziano che la maggioranza degli italiani sia nettamente contraria agli abbattimenti legali.

Il confronto

Speriamo, dunque, che quanto qui riportato possa essere un fertile terreno di confronto tra governo e associazioni animaliste. E che si possa arrivare a una soluzione che tuteli veramente quella specie che per 50 è stata sotto la massima protezione: i nostri lupi.

Leggi l’articolo su wwf.it

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