Che cos’è animale? Significato e paradosso.

“Sei un animale!”. Ecco cosa diciamo a nostro figlio che divora in modo disordinato il suo pranzo. E diremmo bene perché di fatto l’homo sapiens appartiene senz’altro al regno dei metazoi, nome scientifico degli abitanti del regno animale. Solo che non vogliamo dire propriamente questo. L’animale significato dal nostro concetto è infatti al centro di un paradosso.

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L’animale significato dal concetto

Solitamente, col termine “animali”, intendiamo classificare tutti gli appartenenti a quel regno escluso l’uomo. Gli “animali” sono in realtà una sottoclasse un po’ fantasiosa di esseri viventi costituita da tutti i metazoi meno uno. Ma che senso ha un concetto del genere?

Come ordinare una stanza

Di solito, quando usiamo parole per classificare cose, prendiamo una caratteristica comune degli oggetti che ci interessano e li raggruppiamo tutti sotto un’unica etichetta. Come quando riordiniamo una stanza. Tutti i libri di cucina saranno presumibilmente messi allo stesso posto nel reparto “libri di cucina”. Allo stesso modo le matite saranno messe assieme alle penne nel porta matite. Tutto segue una logica insiemistica per la quale raggruppiamo oggetti che hanno caratteristiche comuni. Lo stesso accade con le parole.

Per esempio quando parliamo di “case”, intendiamo tutte quelle costruzioni che hanno la caratteristica comune di essere un luogo più o meno riparato, deputato a fornire riposo, intimità, ristoro. Con “elettrodomestici” ci riferiremo invece a tutti quegli strumenti che funzionano inserendo la spina e che aiutano (o certe volte complicano) la nostra vita domestica. Ogni classe di oggetti tende a cogliere una elemento comune per la quale quel gruppo fa un tutt’uno.

Strani concetti

Vediamo ora il concetto di “animale” inteso come “ogni appartenente al regno dei metazoi escluso l’uomo”. C’è, anche in questo caso, un elemento comune a tutti gli alunni di questa classe? Immaginiamo, per esempio, di creare un raggruppamento simile con gli esempi precedenti. Poniamo allora che qualcuno sostenga di non abitare in una casa perché per lui il concetto di casa corrisponde a “tutte le case eccetto una”, la sua: non lo credereste un tipo un po’ stravagante? E se ci dicesse che il frullatore per lui non è un elettrodomestico perché intende per elettrodomestici “tutti gli elettrodomestici escluso il frullatore”? Decisamente strano. Di fatto il concetto di “animali” è costruito in modo del tutto simile, irrazionale verrebbe da dire.

Il carattere comune a tutti gli “animali”

Ma forse il caso degli animali non umani è diverso. Loro una caratteristica in comune ce l’hanno. E cioè? Chiediamoci: che senso ha mettere assieme da un lato il cane e il lombrico mentre, dall’altro, separiamo l’uomo dalla scimmia? Qual è questa caratteristica comune che cogliamo tra specie diversissime, tale che abbia senso metterle tutte nello stesso “scaffale”?

…Nessuno

La risposta è piuttosto laconica: nessuna. Separiamo noi da loro perché abbiamo bisogno di sapere di essere dei viventi speciali e di meritare un regno a parte. Nient’altro. Poiché imponiamo il nostro dominio sulla natura e sugli animali sentiamo la necessità di giustificare razionalmente questa gerarchia. La separazione tra uomini e (altri) animali è semplicemente funzionale a una logica di dominio. E come ogni logica di questo tipo non ha in fondo nessuna giustificazione teorica. Nulla di particolarmente rilevante dal punto etico accomuna tutti gli “animali”. E nulla di particolarmente rilevante dal punto di vista etico ci differenzia da loro.

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